sabato 23 febbraio 2019

Io e il mio motorino

Guido il motorino da sempre.
Il fatto è che a Livorno quando ciavevo quattordicianni tutti avevano il motorino. Non averlo era come andare in giro senza mutande: ti guardavano tutti. E poi era comodo. Acquisita un minimo di libertà il motorino ti permetteva di andare al mare a scuola agli allenamenti a giro.
All'epoca usava il Ciao. Io ciavevo il Fantic Motor. Ma ve lo ricordate?
Questo:

Blu.
Il trattore dei motorini. Era di babbo che lo dette a me. Faceva tanto rumore per nulla, non riuscivo neanche ad andarci in due, non ce la faceva. E chi me lo rubava? Un antifurto naturale, mentre i Ciao andavano via col vento anche se li legavi all'ancora di una nave.
Poi fu la volta del superbravo. Verde.
E via e via. Ma no, non fui mai un Valentino Rossi, sono anche cascata due volte lo stesso giorno in curva in discesa per un madelettissimo carruggio genovese. Ah già perchè il super bravo lo portai anche a Genova. E una volta mi hanno investito mentre guidavo il mio Kymco rosso.
Adesso ogni tanto, per brevi tratti, mi tocca portare anche i figlioli. Tipo da casa all'allenamento. Con lo scooter perchè i motorini non esistono più. E vado a due. E loro bubbolano. E io vado a due perchè ho paura.

Comunque un paio di giorni fa ho portato il Grande ed invece che a due andavo a tre. Mi sentivo davvero coraggiosa. Dopo 500 metri mi fa: "Mamma?"
Pensavo si lamentasse per la lentezza "Oh, mica vado piano eh!"
"Mamma!"
"Dimmi"
...
"Guarda che ci siamo dimenticati del casco"

OPS

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