Stamani avevo una visita al centro sportivo dello Stadio di Livorno, ma sono arrivata in anticipo ed il centro era chiuso. Mi sono messa fuori ad aspettare, avevo un grosso libro in mano, e due signori di una certa età con un vecchio labrador sdraiato lì accanto mi hanno informata che il centro avrebbe aperto alle nove "Venga le offriamo un caffè".
"Si volentieri" rispondo io. Uno era il medico e responsabile del centro stesso, l'altro un amico e padrone del cane. L'amico aveva letto il mio libro, la conversazione quindi poteva partire da lì. Nel frattempo tira su il vecchio cane, sostenendolo nei suoi lenti passi con un gesto dettato più dalla complicità di una coppia avviata che dalla fatica "Sa, ha 14 anni". Entriamo in una porticina dentro lo stadio, passiamo per dei piccoli magazzini e locali tecnici, arriviamo al bar dello Stadio. L'amico prende un budino di riso per il cane, e lo appoggia delicatamente per terra. Il cane sta a malapena seduto, rischia di cadere indietro, poi decide di sdraiarsi al sole. Il medico mi parla degli avventori del bar, gente colorita che gioca a carte urlando, e mentre mi racconta noto che uno di questi vuole rifilare al barista le monetine di rame "Un le prendo nemmeno se chiami i carabinieri" ribatte da dietro il banco.
Attaccate alla parete foto di calciatori, ma anche di un karateka, e di una donna nuda da calendario, come usava prima nelle officine per auto.
Torniamo al centro sportivo e scopro che il medico è amico del Puro, e della sua famiglia.
Salutiamo l'amico ed il suo cane. Io sono contenta, mi sono divertita.
Ah già la barca!
Questo ve lo racconto un'altra volta.
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