Potrei parlare della corposa Guinness, dei pub vivaci e dalla cortesia dei Dubliners. Potrei raccontare del freddo e del verde. Ma le cose che poi mi restano in mente sono le emozioni, i dettagli, gli altri. La passione per gli altri.
Atterrando a Parigi è scesa con me dall'aeroplano una signora di colore che portava sulle spalle un bellissimo bimbo di poco più di un anno. Usava la coperta della KML, la ricordo bene da un altro viaggio, per tenere quel bimbo stretto sulla schiena. Ci siamo incontrate in bagno, ha preso per un braccio il bimbo lo ha fatto scendere a terra e tentava di entrare col passeggino.
"Do you need an help?"
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A questo punto non vedo l'ora di vedere i miei di bimbi. Mi aspettano all'aeroporto, che sorpresa, ed io sono felice. Questa volte gli ho portato la maglia della nazionale di rugby irlandese, è verde, è bellissima, saranno contenti. Aprono il loro regalo a casa. Il piccolo mi guarda perplesso. Il grande mi consola "A me piace", ma è poco convinto. Il piccolo riprende "Mamma, hai speso tanti soldi per nulla. Lo sai che non voglio maglie per regalo. Potevi comprarmi una macchinina, Basta me ne vado a letto." Si toglie i calzini, va in camera sua, si infila sotto il piumone e si addormenta.
Forse mi sarei dovuta arrabbiare, ma in realtà mi è venuto da ridere.