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Certo che l’immagine martellante di questi signori, solitamente urlanti, in camicia con la testa tra le mani, sovrastati da nomi luminosi di capitali, numeri negativi, percentuali ed elettrocardiogramma spigolosi ci ha sicuramente messo un po’ d’ansia. Non che questa grande sala giochi che è la Borsa ci abbia mai fatto arricchire in tempi di vacche grasse, la liquidità della famiglia media non le ha mai permesso questo genere di azzardi, ma almeno si stava abbastanza tranquilli mentre i maghi della finanza giocavano le loro partite attorno al totem del denaro. Oltretutto le notizie di grosse aziende in crisi come Alitalia o General Motors, di siti chiusi come nel caso della Motorola di Torino, di pesanti misure di cassa integrazione come la Lucchini a Piombino, non ci invitano all’ottimismo. Giornali e telegiornali a livello mondiale parlano di crisi economica, e questo sembra condizionare i destini del mondo più che l’estinzione dell’ape, del riscaldamento globale e del buco dell’ozono. (Che poi, come dice la mi’ nonna, a tutto c’è rimedio “fuori che alla secca”, pensate che in Cina migliaia di braccianti nelle regioni in cui l’ape si è già estinta salgono sugli alberi e con un pennello praticano l’impollinazione manuale; me li immagino lassù vestiti da Ape Maia, con l’amico Willy sbadigliante alla base della scala e la pulce puzzona a scurreggiare un po’ più in là).
Che si possano mangiare i soldi questo poi è un altro discorso, ma è sicuro che quest’anno affronteremo il Natale con molta più cautela.
Innanzitutto, eviterei il solito regalo a quella zia di terzo grado che in realtà neanche conosco, tanto si trattava solamente di impacchettare a turno ogni anno un bagnoschiuma, oppure una saponetta od un sacchetto per profumare i cassetti. Anche quel mio cugino che non vedo mai, risparmierei anche su quello, ormai avrà il cassetto pieno di sciarpe a guanti marroni, se non ha già provveduto a farne un bel sacco da infilare con fatica nel cassonetto della Caritas. Per i bambini, possiamo fare a meno del Power Ranger che si trasforma in cammello con fragore di luci e suoni interstellari, che poi rischiamo di svegliare la nonna che lì seduta sulla sua poltrona ciondola la testa in avanti sostenendo che sta solo riposando gli occhi. Ad ogni trasformazione, sono 8 pile stilo ricaricabili quando va bene. Lo sostituirei volentieri con un trenino di legno da manovrare con quelle agili manine di bimbo. La Barbie col micro cane che mangia micro biscotti e per poi espellerli sottoforma di micro cacche da raccogliere con una micro paletta rosa costa troppo, che ne dici di una bella bambola morbida che al massimo fa pipì se le metti un po’ d’acqua in bocca? Non esagererei neanche più con il pranzo, un primo piatto invece di tre può bastare, un secondo invece di due a scelta tra carne e pesce è sufficiente, e di pandori e panettoni ne abbiamo già avanzati dallo scorso anno, per non parlare poi della frutta secca spaccata con forza e sgranocchiata nervosamente durante la tombolata del pomeriggio intavolando una seria discussione su destra e sinistra. Nel frattempo, sullo stomaco i sensi di colpa per il pranzo esagerato appena fatto ed in mente i buoni propositi per l’anno a venire, pensiamo di riscattarci iscrivendoci in palestra, facendo dei massaggi, provando quella crema anti-cellulite che snellisce senza farti perdere peso (forse ti toglie la ciccia dal culo e te la mette nelle puppe), ma forse anche tutto questo non potremo più permettercelo.
Amore, non importa che mi regali quel solito profumo dall’aroma fruttato che riciclo l’anno successivo per tua sorella; un bacio sotto il vischio basterà, e ci farà risparmiare.