La Gorgona le isole, le piccole isole, queste perle nel mare, hanno sempre per me un fascino estremo ed un dominio su tutti i sensi. La Gorgona in particolare mi lascia sempre sognante per qualche giorno. Ma stavolta si è aggiunto lo spettacolo teatrale itinerante che ha avuto come protagonisti attori i detenuti dell'isola. Protagonisti con la loro storia, la loro voce, i loro tatuaggi, le loro parole.
Li abbiamo seguiti sotto il sole per i viottoli silenziosi, abbiamo ascoltato il loro canto e poi cantato con loro, e dopo parlato con loro.
In particolare ricordo la storia del Minotauro che esce dal labirinto e si spaventa della paura di coloro che lo vedono e gridano, ovvero si spaventa della paura degli altri e torna terrorizzato nella sua prigione senza porte e senza serrature dove ogni anno riceve delle ragazze in dono che muoiono dal terrore e lì restano, senza vita, in un angolo del labirinto, intatte.
Una storia di nascita in un luogo in un modo, di pregiudizi, di fortune e sfortune.
Siamo sbarcati presto a Livorno e c'era il Pride. C'erano tanti giovani molto colorati, mi piacevano parecchio i calzini colorati e una ragazza con una bandiera "Love My Way" che io tradurrei non alla lettera "Amami per ciò che sono"