lunedì 12 settembre 2016

Paraolimpiadi: oltre la disabilità

Noi seguiamo le Paraolimpiadi.
Come per le Olimpiadi, quando siamo a casa seguiamo le Paraolimpiadi in TV.
Come per le Olimpiadi, ne parliamo con amici e conoscenti, con stupore.
Eppure mentre per le Olimpiadi parlavamo principalmente di record raggiunti, di quante medaglie sono state prese dal singolo atleta o dalla singola nazione, dei gesti sportivi, qui finiamo per dire "Hai visto quello cosa ha fatto, in bici senza una gamba!", oppure "Forte quell'atleta a fare il salto in lungo con due protesi al carbonio!", ovvero finiamo per porre l'accento sulla disabilità e non sul traguardo che viene raggiunto (nonostante la disabilità).
Ma è questo il senso?
Oppure questi atleti forse corrono saltano e nuotano per andare oltre la disabilità e noi lì a ricordarla ogni volta?
Forse dovremmo fare lo stesso, superare questo nostro limite di normo-dotati e vedere oltre la disabilità, perderla di vista, applaudire il risultato sportivo le medaglie la sportività senza porre l'accento sulla disabilità stessa.

Credo sia questo lo scopo. O forse, da normo-dotata, non ho capito una sega e allora aiutatemi.



3 commenti:

Paolino ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Paolino ha detto...

Hai proprio ragione Vero!
Ma è un casino... Perché il gesto sportivo del disabile è stupefacente anche (e non solo ma anche) per la disabilità stessa.
Credo però, e penso a Zanardi che volente o nolente è dei disabili un incredibile portavoce, che non sia il loro vero obiettivo quello di far dimenticare o far ignorare la disabilità, quanto quello di far capire a chi purtroppo disabile è, che nonostante tutto si possono fare cose ritenute incredibili o impossibili.
Insomma, la disabilità esiste, è una situazione che non si può dimenticare, mai. Però, nonostante tutto, con lo sfrozo e con molto più impegno e sacrificio di quello richiesto ai normodotati, si possono raggiungere dei risultati anche superiori a quelli raggiunti da chi non ha l'ostruzione della disabilità.

Non so se aiuta ma è una riflessione nata dal tuo post.
Baci... e dire che non ti piace cucinare non ti fa onore! :D

Verosimile ha detto...

Certo un bel groviglio. Resta il fatto che è è stato davvero bello seguire questi gesti atletici - e non cucinare.