giovedì 20 marzo 2014

Quote rosa si, ma anche no



Avrei piuttosto delle valide alternative che scardinano il problema dello stereotipo maschio femmina alla radice, o almeno ci provano:

  • Astensione parentale obbligatoria di almeno 4 mesi anche per i papà o tutori in caso di nascita o adozione del figlio;
  • Ogni ospedale con l'obbligo di avere almeno il 50% di medici non obiettori;
  • Aumento delle pene in caso di violenza sulle donne o stalking;
  • Sgravi fiscali per le aziende di giocattoli che mettono sul mercato e pubblicizzano bambole femmine che sono medici, ingegneri, avvocati, meccanici, calciatori, e simili, che promuovono la cucina giocattolo per bambini e bambine in ugual misura, similmente per l'aspirapolvere giocattolo e simili.
Altre idee?

2 commenti:

Damigiana ha detto...

In realtà, il principio delle quote rosa mi fa incazzare a priori perché sottolinea il fatto che siamo un paese del terzo mondo cioè che ci sia il bisogno di stabilire per legge il peso che il genere femminile debba avere nella società.
Le tue proposte sono tutte sottoscrivibili ma, a mio avviso, quella sui ginecologi avrebbe bisogno di una lieve modifica nella percentuale: il 100% dei medici ginecologi che lavora in strutture pubbliche non deve essere obiettore di coscienza. Se uno non è in grado di applicare e rispettare una legge dello Stato non può e non deve lavorare in una struttura pubblica. Ci sono tante cliniche private dove esercitare.

Verosimile ha detto...

A me le quote rose fanno incazzare perché impattano solo su una categoria e non risolvono il problema alla radice, inoltre l'effetto più probabile sarà di scegliere qualche donna a caso o raccomandata tanto per fare numero. Per il discorso dei medici ginecologi, ho voluto lasciare un po' di spazio anche a chi la pensa diversamente da me.